Fotogrammetria: cos’è e come funziona
Nel panorama della trasformazione digitale applicata al settore delle costruzioni, la fotogrammetria si rivela una tecnologia chiave, capace di dialogare in modo efficace con il Building Information Modeling (BIM).
Il BIM rappresenta ormai uno standard evoluto nella gestione del ciclo di vita di un’opera: consente di generare e aggiornare dati tridimensionali su edifici e infrastrutture, garantendo una visione chiara e integrata fin dalle prime fasi progettuali.
La fotogrammetria, dal canto suo, permette di acquisire misurazioni tridimensionali a partire da semplici fotografie. Grazie all’elaborazione di immagini catturate da diverse angolazioni – anche con droni – è possibile ottenere rilievi accurati e modelli digitali dettagliati.
Quando questi modelli vengono integrati in un flusso BIM, si ottiene un quadro ancora più preciso, utile non solo per la progettazione ma anche per verifiche, manutenzioni e interventi a posteriori.
Una sinergia sempre più strategica nel settore delle costruzioni e delle infrastrutture.
Tipologie di fotogrammetria
La fotogrammetria non è un approccio unico, ma un insieme di metodologie che variano a seconda delle tecnologie impiegate e del contesto applicativo:
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Microfotogrammetria: pensata per il mondo scientifico e medicale, consente rilievi su scala microscopica grazie all’uso di stereomicroscopi.
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Fotogrammetria a corto raggio (Close Range Photogrammetry): adatta a distanze tra 1 e 30 metri, è ampiamente utilizzata per rilievi urbani, architettonici e strutturali. Perfetta per creare modelli 3D di edifici esistenti o aree da riqualificare.
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Fotogrammetria architettonica: pensata per acquisire in dettaglio geometrie e posizionamenti di elementi costruttivi, è ideale per restauri e conservazioni.
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Fotogrammetria terrestre e aerea: nella versione terrestre, la fotocamera viene posizionata a livello del suolo; in quella aerea si utilizzano aeromobili o droni per ottenere rilievi ad ampio raggio.
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Fotogrammetria con UAV (Unmanned Aerial Vehicle): unisce la praticità del drone alla precisione delle riprese fotogrammetriche, ottimale per superfici contenute e contesti complessi, come centri storici o aree industriali dismesse.
Rilievi e applicazioni
Tutto parte da un set di fotografie, ma il valore della fotogrammetria sta nel processo che segue.
Le immagini vengono elaborate attraverso un orientamento fotogrammetrico – interno, relativo e assoluto – che consente di ottenere coordinate tridimensionali fedeli alla realtà. Il risultato? Modelli geometrici in scala che offrono una rappresentazione digitale dell’ambiente studiato.
Le applicazioni sono numerose e ad alto valore aggiunto: dai rilievi di ponti, viadotti, dighe ed edifici storici, fino alle attività ispettive su infrastrutture critiche.
I rilievi consentono di individuare danni superficiali, fessurazioni e deformazioni con grande dettaglio e di confrontare i dati nel tempo per monitorare l’evoluzione delle strutture.
Ma la fotogrammetria guarda anche al futuro, supportando la manutenzione predittiva attraverso la realizzazione di digital twin. Modelli aggiornati e navigabili che aiutano a prevenire guasti, pianificare in anticipo gli interventi e ridurre i costi operativi. Un supporto concreto alla gestione intelligente degli impianti.
Nel corso del cantiere o a progetto concluso, i rilievi fotogrammetrici permettono infine il confronto con i modelli BIM o CAD, individuando eventuali difformità o anomalie. Il tutto con la possibilità di intervenire tempestivamente, grazie a dati affidabili e metricamente precisi.
Oggi, grazie all’integrazione con i droni e alle potenzialità di elaborazione software, la fotogrammetria è una delle tecnologie più accessibili ed efficaci per la digitalizzazione dei processi di ispezione, progettazione e manutenzione.
Uno strumento trasversale, preciso e altamente strategico in ottica di innovazione e sostenibilità.